In un parcheggio di periferia figli di fabbrica e soldi contati di pane nel latte e di vetri spaccati hanno in mezzo un giornale e si parla di te. Dentro le vene di questa città ogni respiro è una porta che sbatte un posto di blocco una moto di notte un calcio al silenzio, un amico che va. Te ne vai cavalcando dall'ultimo bar con la ruota davanti all'altezza del viso per i campi di caccia del tuo paradiso dove i cuori selvaggi han la loro città. Dove a mezzanotte si accende il lunapark con bande di ragazze e birra a volontà senza coltello e senza farmacia nemmeno un grammo di malinconia. Sotto le torri di periferia sotto un cappello di nuvole dure stasera il bigliardo non riesce a girare chissà se ti batte qualcuno lassù. Chissà se ti fai riconoscere già sui nastri diritti di quelle pianure col pollice destro e la linea del cuore a stringere in pugno la velocità. Le monete e le stelle non mancano mai non si va militari, si balla e si vola e non perdi ogni giorno un compagno di scuola che bel posto ragazzo, se è vero che c'è, se è vero che c'è.