Mi affascina il mistero delle vite che si dipanano lungo la scacchiera di giorni e strade, foto scolorite memoria di vent’anni o di una sera. E mi coinvolge l’eterno gocciolare e il tempo sopra il viso di un passante e il chiedermi se nei suoi occhi appare l’insulto di una morte o di un’amante, la rete misteriosa dei rapporti che lega coi suoi fili evanescenti la giostra eterna di ragioni o torti il rintocco scaglioso dei momenti, il mondo visto con gli occhi asfaltati rincorrendo il balletto delle ore noi che sappiamo dove siamo nati ma non sapremo mai dove si muore.
E la mia vita cade in altra vita ed io mi sento solamente un punto lungo la retta lucida e infinita di un meccanismo immobile e presunto. Tu sei quelli che son venuti prima che in parte hai conosciuto, e quelli dopo che non conoscerai, come una rima vibrante e bella, però senza scopo. E’ inutile cercare una risposta, sai che non ce ne sono e allora tenti un bussare distratto a quella porta che si chiuse soltanto ai sentimenti. Non saprai e non sai. Questo dolore che vagli fra le magli di un tuo cribro svanisce un po’ nel contemplare un fiore si scorda fra le pagine di un libro.