Non bisognerebbe mai ritornare: perchè calcare i tuoi vecchi passi, calciare gli stessi sassi, su strade che ti han visto già a occhi bassi? Non troverai quell' ombra che eri tu e non avrai quell' ora in più che hai dissipato e che ora cerchi; si scioglierà impossibile il pensiero a rimestare il falso e il vero in improbabili universi.
Eppure come un cane che alza il muso e annusa l' aria batti sempre la tua pista solitaria e faccia dopo faccia e ancora traccia dopo traccia torni dove niente ti aprirà le braccia...
E rimpiangere, rimpiangere mai. Come piovigginano le vecchie cose: perchè fra i libri schiacciare rose di risa paghe e piene delle spose? E buttar via un' incognita e uno scopo, trascurare il giorno dopo come se chiudesse sempre; studiar la stessa pagina di storia conosciuta già a memoria, date e luoghi impressi a mente.
Ma gocciola da sempre sul bagnato, tesoriere dei tuoi giorni, di chi ha preso e di chi ha dato. E ora dopo ora e dopo un attimo ed ancora la poetica consueta è "dell' allora"...
Primo, non ricordare, perchè i ricordi sono falsati, i metri e i cambi sono mutati per la spietata legge dei mercati. E' come equilibrarsi sugli specchi, ad ogni occhiata un po' più vecchi, opachi, muti e deformanti. Frugare dentro ai soliti cassetti dove non c'è quel che ci metti e mai le cose più importanti.
E invece come tutti sempre lì a portarli addosso, a ricercare quel sottile straccio rosso che lega il tempo assente ed il presente e nella mente, tutto questo poi ci si confonderà, tutto questo poi ci si...