Matteo, dimmi come stai se sei allegro, oppure se sei triste è ora di dirci che qualcosa esiste oltre questa distanza, è ora di dirti che ogni giorno passa e ciascun dolore batte la sua cassa.
E' ancora viva la tua chitarra e piange, ad ogni tua fuga certe notti la sento nel buio ritornare come un onda arriva, mi fa spaventare certi giorni ti sento accanto chiacchierare come un onda arrivi, e mi fai cadere.
La gioventù, è come la sua gloria: breve, non può durare ti ricordi ci dormiva sulla spalla e ci accompagnava. Ti ricordi si sdraiava sulla soglia, di ogni appuntamento che non disdiceva.
Da quando sei così lontano i giorni qua, scorrono più lenti e cielo no, non ha annotato niente dei nostri rumori e delle interferenze
ma il cielo no, non ha segnato niente lungo questi viali niente di importante.
Matteo, sono sempre stanco di rincorrere, questo giro tondo e prima o poi lascerò le mani e farò girare qualche altro e prima o poi mollerò le mani e farò agganciare qualche altro
Ti saluto e quando vorrai tornare fammi sapere il giorno, l'ora e il luogo ti aspetterò sotto casa con un fiore secco gioia e pianto assieme, sempre tuo Francesco
ti aspetterò sotto casa con un fiore secco gioia e pianto assieme, sempre tuo Francesco